
Sia la salvazione delle anime, sia la protezione dei fanciulli richiedono che la credibilità della Chiesa Cattolica non venga intaccata dal fatto di essere governata da uomini coinvolti in abusi o nel loro insabbiamento. Per questa ragione la Chiesa ha il diritto di rimuovere qualsiasi chierico corrotto, fosse anche il Papa!
Ora, dal momento che nessun concilio è superiore in autorità al Successore di San Pietro, nessun papa può essere rimosso dal papato per il fatto di essere Papa. Tuttavia, in riferimento all’uomo che è papa, la Chiesa possiede certamente il diritto e l’obbligo di giudicare se la sua pretesa al papato è valida. Il precedente canonico per questa procedura si verificò nell’anno 1046 ed è conosciuto come “Sinodo di Sutri”.
Questo vale a maggior ragione oggi, dal momento che Cristo istituì gli Ordini Sacri come un servizio di tutti i credenti nel Suo Nome. In questo senso, è di Istituzione Divina che sussista un correlativo diritto della Chiesa a rimuovere dall’ufficio quegli uomini che, in ragione della loro palese corruzione e depravazione morale, mettono in pericolo i fedeli o costituiscono una minaccia esistenziale alla credibilità della Chiesa tutta nell’adempiere alla Sua Missione di predicare il Vangelo di Salvezza a tutta l’umanità. La Chiesa spesso compie questo passo attraverso una sanzione penale, quale la degradazione dall’incarico. Essa però può agire anche nel caso in cui un chierico sia decaduto dall’ufficio per eresia, oppure abbia ottenuto l’ufficio in modo illecito. E per quanto riguarda Jorge Mario Bergoglio esistono 7 ragioni per cui la sua pretesa al ministero di Papa potrebbe essere invalida.
Per questo motivo, e in considerazione della moltitudine di eventi che indicano la totale corruzione morale di Jorge Mario Bergoglio, “Veri Catholici”, associazione internazionale per la promozione della Fede Cattolica contro gli errori del Cardinal Kasper, annuncia la propria intenzione di invitare il Clero di Roma ad un Secondo Sinodo di Sutri.
A questo scopo intendiamo pubblicare un avviso su uno dei maggiori quotidiani a Roma per invitare tutto il Clero di quella Diocesi ad un Sinodo che dovrà giudicare se Bergoglio possiede ancora un valido titolo al papato oppure se egli debba essere deposto per corruzione, in conformità all’operato del Sinodo di Sutri del 1046.
Per fare questo, abbiamo bisogno di raccogliere circa 5000 euro, che saranno esclusivamente impiegati per la pubblicazione dell’avviso e l’affitto della sede per il Sinodo. Sinodo che avrà effetto canonico in tanto quanto il Clero di Roma partecipi e voti. Null’altro.
Per aiutarci a compiere questo alto e santo compito, preghiamo di fare una generosa donazione sul sito https://vericatholici.wordpress.com selezionando il bottone PayPal nella colonna di destra.
Se il Sinodo dichiarasse deposto Bergoglio, a qualsiasi titolo, ed egli rifiutasse di dimettersi e/o di lasciare il territorio del Vaticano, noi promuoveremo l’emanazione di un decreto da parte del Governo Italiano che riconosca la validità della dichiarazione e persegua la sua rimozione dal Vaticano ad opera delle Forze Armate Italiane, sulla base del fatto che egli non possa più invocare i diritti accordati alla Santa Sede dai Patti Lateranensi e trattati successivi.

Sant’Ildebrando di Soana, ossia Gregorio VII, che nella sua capacità come segretario di Gregorio VI, ha partecipato al Sinodo di Sutri e ha accettato i suoi decreti come validi.
L’iniziativa è finalizzata al bene della Chiesa, alla salvazione delle anime e soprattutto a difendere la Divina Maestà della Santissima Trinità dalle maligne intenzioni, ora manifeste, di Jorge Mario Bergoglio. Il precedente canonico è il Sinodo di Sutri; precedente che ha valore sulla base del fatto che il Codice di Diritto Canonico nulla stabilisce a riguardo di ricorsi canonici riferiti alla questione della validità dei titoli per l’accesso al ministero della persona che è ostensibilmente Papa.
Non sussistendo nel Codice del Diritto canonico alcun tribunale stabilito per giudicare simili casi, la giurisdizione di tali questioni ritorna per diritto storico e divino al Clero della Diocesi di Roma, Clero che diverrebbe giudice di Tribunale in un tale giudizio.
(Qui con l’espressione “validità dei titoli” ci riferiamo non specificamente ai risultati del Conclave del 2013, ma alla questione se colui, che appare possedere il ministero, in realtà lo possegga davvero in questo momento).
In questo Sinodo, ci saranno almeno 7 incriminazioni proposte alla discussione ed al voto. Su ciascuna incriminazione l’accusato, o per il tramite di rappresentanti di sua scelta, o di persona, avrà l’opportunità di rispondere e chiarire:
- Se le dimissioni di Benedetto XVI abbiano solamente conferito il ministero, ma non il Munus dell’ufficio Petrino, all’eletto del Conclave del 2013 – Perché, se questo caso fosse verificato, Benedetto XVI sarebbe ancora il Papa e Bergoglio sarebbe solamente il suo Vicario straordinario.
- Se la Mafia di San Gallo costituisca una setta scismatica, e perciò non più parte della Chiesa Cattolica (Canone 194.§1) — Perché, se questo caso fosse verificato, Bergoglio non potrebbe sostenere alcun ufficio nella Chiesa.
- Se il n. 81 di Universi Dominici Gregis sia stato chiaramente violato al Conclave del 2013 — Se questo caso fosse verificato, il Collegio dei Cardinali dovrebbe dichiarare non concluso il Conclave del 2013 e procedere all’elezione di un successore a Benedetto XVI.
- Se le eresie contenute in Amoris Laetitia, o nelle affermazioni personali neganti l’esistenza dell’Inferno per i dannati, o neganti l’ammissibilità della pena capitale, privino “ipso facto” Bergoglio dell’ufficio (Canone 194.§1) — Se questo caso fosse verificato, Bergoglio dal momento in cui ha ostinatamente sostenuto ciascuna eresia, sarebbe escluso dalla Chiesa Cattolica e avrebbe perso ogni ufficio in essa.
- Se la corruzione resa manifesta dalla lettera dell’Arcivescovo Viganò dimostri a sufficienza che Bergoglio è implicato in una immorale cospirazione contro la Chiesa Cattolica — Se questo caso fosse verificato, egli sarebbe uno scismatico e non potrebbe sostenere alcun ufficio nella Chiesa.
- Se la richiesta ai Vescovi Cattolici Cinesi di abbandonare le proprie sedi in modo che esse vengano assegnate a uomini designati dal Governo Comunista gli valga la scomunica come scismatico, non solo per la sua violazione dei precetti della Sede Apostolica contro l’investitura di laici, ma anche in considerazione del suo attacco al Corpo Mistico di Cristo, che in tal modo sarebbe assoggettato ad eretici e scismatici — Se questo caso fosse verificato, egli non potrebbe sostenere alcun ufficio nella Chiesa.
- Se l’aver egli personalmente promosso la ricezione dei Sacramenti da parte di pubblici peccatori gli valga “ispo facto” la scomunica “latae sententiae” imposta dal Concilio di Trento, sessione XIII, canone 11 — Se questo caso fosse verificato, egli sarebbe privato di qualsiasi ufficio nella Chiesa.
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